Terminati i lavori della cassa dell’organo nella Chiesa di San Sebastiano a Venezia

E’ del 19 ottobre 1558 l’accordo tra Aleandro Visentin organaro e il Priore Bernardo Torrioni per la costruzione dell’organo della Chiesa di San Sebastiano. Di alcuni giorni dopo (26 ottobre) l’accordo con Domenico Trevisan “marangon” per la realizzazione dell’alloggiamento ligneo con l’impegno di seguire il progetto “fato per man di meser Paullo…”; alla realizzazione della cassa risultano partecipare anche l’intagliador Francesco Fiorentino e l’indorador Bortolomeo da Bologna. L’opera venne terminata nel 1560.

Nel corso del nostro intervento abbiamo potuto accertare che la struttura lignea cinquecentesca non ha subito sostanziali modifiche dimensionali; tuttavia sono presenti diverse trasformazioni e aggiunte relative soprattutto agli elementi decorativi interni che costituiscono la mostra dell’organo. Tali modifiche verosimilmente vennero apportate nel corso dei lavori  di sostituzione dello strumento; infatti è documentato che nel 1763 l’organo cinquecentesco venne rimpiazzato da quello di Nicolò Moscatelli il quale venne a sua volta sostituito, nella metà del ‘800 dall’organo di Angelo Agostini, che è quello tuttora esistente.

Anche la decorazione pittorica della cassa, ad eccezione delle parti più pregevoli che la critica attribuisce a Paolo Veronese e aiuti (San Girolamo e San Francesco raffigurati sui fianchi, le portelle con la Presentazione al tempio e la Piscina probatica, la Natività e la Virtù femminile) ha subito varie ridipinture e rifacimenti nel corso dei secoli. In base alle nostre osservazioni e alle analisi scientifiche effettuate nel corso del restauro possiamo dire che la coloritura originale sembra essere costituita da un tono bruno di fondo, da dorature e specchiature ad imitazione di finti  marmi colorati.

Il restauro ha previsto la pulitura di tutte le parti esterne ed interne dell’organo, un capillare trattamento disinfestante e un generale riordino pittorico degli strati policromi.

L’intervento è stato finanziato da Save Venice Inc. e ha visto l’alta sorveglianza della Soprintendenza per le Belle Arti e Paesaggio di Venezia e Laguna.